Sollecitare un inadempiente per un credito insoluto è uno dei flussi di lavoro delle società di recupero crediti. Se hai contratto un debito che non sei riuscito a saldare alla data di scadenza prestabilita, chi intende recuperare il suo credito può sollecitare il tuo pagamento agendo in prima persona, rivolgendosi a un legale oppure facendo affidamento a società specializzate.
Dunque sollecitare al fine di recuperare un credito è esortare un debitore a adempiere alla restituzione del credito. Sollecitare un debitore a volte si trasforma in un invito con insistenza a compiere un pagamento perchè non si tiene conto che la situazione economica dello stesso potrebbe essere mutata.
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Le banche oltre a sollecitare in via diretta o attraverso una società di recupero crediti scelgono diverse strade per sollecitare il rientro da un insoluto, ovvero:
- Con un sollecito telefonico
- Un sollecito per posta
- Con la visita di un incaricato presso il domicilio dell’inadempiente
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La normativa in materia di sollecito recupero crediti
In termini di normativa, nel sollecito recupero crediti, il primo step è in genere quello della costituzione in mora: il creditore scrive al debitore, ricordandogli di saldare il debito contratto. Se la data di scadenza viene oltrepassata, tra gli effetti a cui il debitore va incontro si distinguono l’avvio della decorrenza degli interessi di mora, l’obbligo di risarcimento del danno e l’interruzione dei termini di prescrizione del credito.
Tra le ulteriori casistiche di sollecito recupero crediti, meritano menzione:
1. il ricorso alle vie legali, pur partendo dall’idea di fondo che l’iter giudiziario in Italia ha tempi piuttosto lunghi;
2. il recupero esecutivo immediato a fronte della naturale scadenza di cambiali e di assegni non ancora riscossi. Si attivano procedure ad hoc che possono prevedere addirittura la vendita forzata e il pignoramento dei beni di chi ha contratto il debito;
Lettera per il recupero crediti
Ai fini dell’ottenimento del recupero di un credito che è scaduto, un ruolo molto importante va attribuito alla scrittura di una lettera formale al debitore. Si tratta di un documento da cui vengono dedotte le varie informazioni inerenti al rapporto fra le parti, all’entità del debito insoluto e ai termini di pagamento pattuiti.
Il primo sollecito prevede in genere un tono cordiale, dove si mira a incassare il pagamento quanto prima, onde evitare complicazioni nei rapporti. Si rammenda che il saldo può avvenire mediante bonifico bancario su un determinato IBAN oppure tramite assegno bancario o circolare.
Il secondo tentativo, in genere, si caratterizza per toni inaspriti, visto che si ricorda che alla prima lettera di sollecito recupero crediti non ha sortito l’effetto sperato. Se anche in questo secondo caso non c’è risposta, allora si passa alla messa in mora, come previsto dalla legge.
Sollecito con Decreto ingiuntivo
In caso di credito certo ed esigibile, nella circostanza in cui i tentativi di sollecito si fossero rivelati infruttuosi, il creditore può rivolgersi a un giudice, richiedendo il decreto ingiuntivo. Di cosa si tratta? Sostanzialmente di un provvedimento, dove si invita il debitore a saldare il debito nel giro di 40 giorni dall’avvenuta notifica.
A fronte di mancata risposta, si passa all’esecuzione forzata: il debitore, va ricordato, che ha la possibilità di opporsi al decreto ingiuntivo. Con il contraddittorio si decide se il decreto ingiuntivo viene confermato o revocato.