L’istituto di credito può richiedere il pagamento immediato in un’unica rata del debito contratto da un debitore insolvente e esigere la risoluzione del contratto: in questo consiste la revoca del mutuo.
Dopo non aver pagato molte rate potrai ricevere dalla tua banca una lettera di decadenza dal beneficio del termine: vuol dire che non potrai più usufruire della rateizzazione per rimborsare il tuo mutuo. Sarai, quindi, obbligato al pagamento dell’intero importo insoluto in un’unica rata, maggiorato degli interessi, entro un periodo di tempo molto breve, in genere 15 giorni.
Si tratta di una situazione difficile da risolvere poiché se si è in ritardo con il pagamento di alcune rate è assai improbabile che si disponga dell’intero ammontare della cifra da pagare in così poco tempo.
Vediamo ora quali sono le circostanze che possono portare alla revoca del mutuo e come possiamo evitare l’immediato avvio delle procedure giudiziarie che portano poi al pignoramento dell’immobile.
Dopo quante rate non pagate la banca può procedere al pignoramento della casa?
Ogni contratto di mutuo prevede la possibilità di recedere o di richiederne la risoluzione. Ovviamente ciò non avviene dopo il mancato pagamento di una sola rata, ma solo dopo ripetuti e costanti inadempimenti. Per ottenere un quadro più chiaro delle situazioni che possono portare alla revoca del muto occorre fare una differenza tra ritardo e mancato pagamento.
Secondo l’art. 40 del Tub si ha:
- Ritardo di pagamento: il pagamento di una rata avviene oltre i 30 giorni dalla scadenza ma prima del 180esimo giorno dopo il termine stabilito (6 mesi). In questo caso bisognerà versare anche gli interessi di mora maturati nel periodo oltre alla rata. Perché si verifichi la revoca del mutuo il ritardo dovrà verificarsi per almeno 7 volte, anche non consecutive durante tutta la durata del mutuo;
- Mancato pagamento: il ritardo nel pagamento supera i 180 giorni dalla scadenza prestabilita. La banca potrà quindi revocare il mutuo immediatamente, anche se questa situazione si è verificata una sola volta.
Se nel contratto è presente la clausola anti-insolvenza, la banca dovrà aspettare il mancato pagamento di 18 rate prima di procedere al pignoramento della casa. Questa clausola deve essere sottoscritta in accordo tra le parti e permette alla banca di procedere alla vendita del bene senza porre in essere un procedimento giudiziario nei confronti dell’inadempiente. Poi all’asta se il ricavato della vendita dovesse essere maggiore dell’importo del debito la banca riconoscerà l’eccedenza al debitore; invece, nel caso in cui il ricavato non dovesse coprire la somma totale del debito, lo stesso sarà comunque estinto.
A queste cause si aggiungono tutte quelle situazioni che indicano un dissesto economico del titolare del debito: ipoteche giudiziali, sequestro conservativo, atti di pignoramento, ecc.
Dopo la revoca del mutuo cosa succede?
Una volta ricevuta una semplice lettera raccomandata in cui la banca comunica la volontà di risolvere il contratto per inadempimento il mutuatario non può opporsi in alcun modo e dovrà procedere al pagamento dell’intera cifra richiesta nei tempi stabiliti. Scaduto il termine verrà attivata la procedura di pignoramento che culminerà con la vendita all’asta dell’immobile. La banca invierà al debitore un atto di precetto, in cui concede al debitore ulteriori 10 giorni per il pagamento, evitando in questo modo il pignoramento. Scaduto anche questo termine, l’azione giudiziaria esecutiva avrà luogo.
Per evitare che la banca pignori l’immobile ipotecato e proceda con la vendita all’asta, si può cercare un accordo con l’istituto bancario. È importante contattare immediatamente l’ufficio contenziosi della banca e dimostrare la volontà di trovare un accordo per il pagamento del debito. Essendo una fase molto delicata è consigliabile non agire da soli.
Si può concordare un piano di rientro concordando il pagamento a rate di quanto dovuto tenendo prò conto delle reali disponibilità economiche del debitore. Oppure si potrà stabilire un accordo a saldo e stralcio: si potrà versare alla banca una somma inferiore al debito insoluto ma in un lasso di tempo più breve.