Avere un debito contratto per qualsiasi esigenza come l’acquisto di una casa, la ristrutturazione oppure per un’improvvisa emergenza, è indubbiamente una situazione spiacevole soprattutto se non si dispone delle risorse necessarie per onorarlo. Infatti, solitamente il creditore, in caso di inadempienza, si rivolge ad una società specializzata nel recupero che mette in atto diverse azioni. Tuttavia, ci sono alcuni casi e tipologie di debiti che non sono più esigibili secondo la legge italiana. In particolare questo avviene quando i debiti vanno in prescrizione. Ma cosa si intende per prescrizione e quando si applica?
Un debito non è più esigibile quando va in prescrizione
Per regolamentare la situazione in cui una persona oppure un’azienda abbia un credito nei confronti di un soggetto, sono state fissate tempistiche entro le quali lo si può richiedere con tutti i modi e gli strumenti previsti. Qualora procedura non dovesse essere espletata nelle tempistiche stabilite, allora il creditore non avrà più la possibilità di riavere indietro i propri soldi perché il debito è formalmente prescritto. Le normative, peraltro, evidenziano come ci siano alcune situazioni in cui la prescrizione non è prevista come ad esempio il riconoscimento di un figlio, la divisione di un eredità oppure la contestazione della paternità. C’è da considerare anche che la natura del debito contratto: ad esempio ci sono debiti di natura commerciale magari verso un privato oppure ci sono crediti e debiti nei confronti della banca magari per l’accensione di un mutuo e così via.
Quando un debito va in prescrizione?
La Legge Italiana prevede che un debito va tecnicamente in prescrizione non appena vengono superati i 10 anni dal momento in cui è stato contratto. Si tratta di un lasso temporale piuttosto importante che mette al sicuro il creditore da qualsiasi rischio ma occorre ricordare come ci siano alcune situazioni nelle quali le tempistiche sono estremamente ridotte. In particolare, si parla di Prescrizione breve con una durata di soli 5 anni. Inoltre, sono previsti anche le prescrizioni presuntive per le quali la legge presume che debito venga estinto e tra un minimo di 6 mesi e un massimo di 1 anno. In aggiunta, è doveroso ricordare come, per Legge, sia compito del creditore dover produrre prove adeguate per poter richiedere un pagamento contestato. Volendo riassumere e fare il punto della situazione, si può dire che la prescrizione è pari a 10 anni per tutti i debiti derivanti da contratti o comunque atti leciti mentre in caso di atti illeciti e quinti debiti relativi, la prescrizione si attiva dopo 5 anni. Ci sono più alcune circostanze che vanno studiate nel merito.
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Come viene calcolato il periodo di prescrizione
Nella prescrizione è particolarmente importante il conteggio dei giorni per stabilire se un debito sia andato prescritto o meno. La normativa indica che il conteggio ha inizio dal primo giorno in cui può essere fatto valere il diritto da parte del creditore. Da sottolineare che nel calcolo, ovviamente, vanno inclusi anche il sabato e giorni festivi e che qualora l’ultimo giorno utile dovesse cadere in un giorno festivo, come ad esempio la domenica oppure il Natale, allora automaticamente il termine ultimo e perentorio verrà slittato di un giorno. Va aggiunto che bisogna notificare i debiti da pagare attraverso un’apposita cartella di pagamento nella quale il creditore, oppure chi per esso, dovrà indicare in maniera chiara l’importo, la motivazione per cui è stato generato e la data entro in cui sarebbe dovuto essere onorato.
Quali sono i debiti per cui è prevista la prescrizione breve
La Prescrizione breve della durata di 5 anni è prevista per un’ampia casistica di debiti che possono riguardare varie attività partendo dalle utenze energetiche con particolare riferimento alle bollette telefoniche. Ad onor del vero, la legge prevede che la prescrizione sia pari a 2 anni nel caso di fornitura di energia elettrica, gas e acqua. La Prescrizione breve è anche prevista per multe, per le spese di ristrutturazione e quelle condominiali, i premi annuali per una polizza assicurativa, i debiti per i quali in generale era stato pattuita una scadenza entro i 365 giorni. Le situazioni sono tantissime ed in particolare si possono inserire le dichiarazioni dei redditi, gli interessi, le annualità delle rendite perpetue e vitalizie, il capitale nominale dei titoli di Stato e le pigioni delle case.
La prescrizione di 3 anni e di 1 anno
Ci sono altre situazioni nelle quali la prescrizione per legge è ancora più contenuta nel tempo ed in particolar modo per il pagamento della tassa automobilistica ossia il bollo auto oppure per servizi professionali dei notai per un atto espletato per qualsiasi esigenza come la compravendita immobiliare, per un testamento e tanto altro. La prescrizione si assottiglia ulteriormente ad 1 anno in caso di rette scolastiche, dell’abbonamento per attività quotidiane come l’utilizzo di palestre e piscine, di costi sostenuti per l’acquisto dei farmaci oppure per le rate dei premi assicurativi ma soltanto per l’RC Auto, furto e incendio. Infine la prescrizione può essere anche di soli 180 giorni per le spese di vitto e alloggio presso una struttura alberghiera. Per far valere la situazione di debito andata in prescrizione, il debitore potrà farlo inviando una lettera di messa in mora e procedere con una diffida nei confronti del creditore (si parla di contestazione).