La Legge 3/2012, meglio conosciuta come "Legge salva-suicidi", è stata istituita per offrire una soluzione ai consumatori e alle società non fallibili che si trovano in uno stato di sovraindebitamento. Attraverso questa legislazione, una varietà di individui e entità, tra…
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Con la parola sovraindebitamento si intende la procedura a disposizione dei soggetti che hanno contratto un debito superiore alla capacità reddituale, creata sulla base della legge 3/2012 (composizione della crisi da sovraindebitamento) detta anche legge salva suicidi. Che si è evoluta grazie al Decreto Legge 79 2012 in uno strumento utile anche per il sovraindebitamento dei privati consumatori. Infatti sovraindebitamento è sia una condizione di crisi economica dovuta a molti debiti contratti. Che una procedura per uscire dalla crisi debitoria per soggetti che non sono fallibili. Il fenomeno del sovraindebitamento è stato oggetto di particolare attenzione nella normativa italiana, culminata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI), che ha introdotto meccanismi più snelli e accessibili per la gestione e la risoluzione di tali situazioni. Questo nuovo corpo legislativo entra in vigore nell’agosto 2020, stabilendo una cornice normativa aggiornata che si prefigge di gestire le crisi finanziarie sia delle imprese che dei consumatori.
Cos’è il Sovraindebitamento
Il Codice definisce il sovraindebitamento come una condizione di crisi o di insolvibilità che affligge soggetti diversi: consumatori, professionisti, piccoli imprenditori, agricoltori, startup innovative, e altri debitori non soggetti a procedure fallimentari o liquidazioni coattive amministrative. Questa definizione allarga l’ambito di applicazione rispetto alle normative precedenti, inclusa la legge n. 3 del 2012.
In Italia, la legge del sovraindebitamento è nota con vari nomi, che riflettono le diverse fasi del processo, della sua evoluzione legislativa e le modifiche introdotte nel tempo. I termini più comuni per riferirsi a questa legge includono:
Legge sul Sovraindebitamento: È il nome generico che si riferisce all’insieme delle disposizioni normative che regolano il sovraindebitamento dei privati e delle piccole imprese che non possono accedere alle procedure fallimentari ordinarie.
Legge n. 3 del 2012 (detta legge salvasuicidi): Questa è stata una delle principali leggi introdotte per gestire il sovraindebitamento, offrendo meccanismi come il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio.
Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza: Introdotta con il decreto legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, questa normativa ha riformato in modo significativo il trattamento del sovraindebitamento, integrando e aggiornando le disposizioni precedenti.
Decreto legislativo n. 14/2019: È il riferimento formale al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che include norme specifiche per la gestione del sovraindebitamento al di fuori delle tradizionali procedure fallimentari.
Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, ci sono stati alcuni aggiornamenti significativi in Italia riguardo la gestione della crisi da sovraindebitamento, come parte del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Ecco un riepilogo dei principali aggiornamenti:
Concordato minore: Questa procedura, precedentemente nota come accordo di composizione della crisi, è stata rinominata e la soglia di consenso richiesta dai creditori è stata abbassata dal 60% al 50%, rendendola più accessibile per piccoli imprenditori e imprenditori agricoli.
Piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore: Il piano del consumatore è stato sostituito da questa nuova procedura che prevede requisiti meno stringenti per l’accesso e introduce il concetto di meritevolezza del debitore, facilitando l’accesso al piano per i consumatori.
Liquidazione controllata del patrimonio: Questa nuova procedura sostituisce la precedente liquidazione del patrimonio. La grande novità è l’esdebitazione automatica al termine della procedura, che può anche essere richiesta anticipatamente dopo il terzo anno.
Esdebitazione del debitore incapiente: È stata introdotta una nuova forma di esdebitazione che permette ai debitori di cancellare i debiti anche se non sono in grado di soddisfare completamente i creditori, purché vengano considerati meritevoli e non abbiano commesso frodi.
Procedure familiari di sovraindebitamento: Le nuove norme permettono ai membri della stessa famiglia che condividono debiti comuni di avviare un’unica procedura di sovraindebitamento, riducendo i costi e i tempi associati alle singole procedure.
Questi aggiornamenti mirano a semplificare e rendere più efficaci le procedure per gestire situazioni di sovraindebitamento, offrendo maggiori possibilità di risanamento finanziario ai debitori e garantendo processi più rapidi e meno onerosi. Queste modifiche rappresentano un importante passo avanti nella riforma della gestione delle crisi finanziarie personali e aziendali in Italia.
Procedure per il Sovraindebitamento
Le soluzioni normative offerte dal Codice per affrontare il sovraindebitamento includono:
Piano di ristrutturazione dei debiti: Riservato principalmente ai consumatori, facilita la risoluzione del debito senza la necessità di un consenso da parte dei creditori.
Concordato minore: Rivolto a professionisti e imprese di piccole dimensioni, questa procedura richiede l’approvazione dei creditori.
Liquidazione controllata del debitore: Una nuova forma semplificata di liquidazione per i soggetti sopra menzionati.
Ampliamento dell’applicabilità
Una novità significativa è l’estensione delle procedure di ristrutturazione del debito anche ai membri della famiglia del debitore e ai soci con responsabilità illimitata, purché i debiti siano personali e non legati all’attività sociale. Questo cambiamento mira a prevenire che una crisi finanziaria individuale danneggi l’intero nucleo familiare o la collettività sociale a cui il debitore appartiene.
L’ampliamento dell’ambito di applicazione delle procedure di ristrutturazione del debito, come introdotto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (decreto legislativo n. 14/2019), rappresenta un passo importante verso una gestione più inclusiva e comprensiva delle crisi finanziarie che possono affliggere non solo i singoli debitori, ma anche il loro contesto familiare e sociale più ampio.
Ampliamento ai membri della famiglia
La normativa ora permette che le procedure di ristrutturazione del debito siano estese ai membri della famiglia del debitore. Questo significa che non solo il debitore principale, ma anche i coniugi, i parenti e gli affini fino a un certo grado di parentela, le parti di un’unione civile e i conviventi di fatto possono essere inclusi nella stessa procedura di ristrutturazione dei debiti. L’obiettivo è quello di trattare la situazione debitoria in modo olistico, considerando come una crisi finanziaria possa impattare sull’intero nucleo familiare. Ad esempio, se il sovraindebitamento è causato da circostanze che colpiscono l’intera famiglia, come può essere una crisi imprenditoriale o la perdita improvvisa della principale fonte di reddito, la procedura consente di affrontare collettivamente i debiti, rendendo il processo più efficiente e meno frammentato.
Estensione ai soci con responsabilità illimitata
Per quanto riguarda i soci con responsabilità illimitata di società di persone (s.n.c., s.a.s., s.a.p.a.), la legge ha introdotto la possibilità che anche loro accedano alle procedure di ristrutturazione dei debiti, a condizione che i debiti considerati siano personali e non legati all’attività della società. Questo è un cambiamento significativo, in quanto precedentemente i soci con responsabilità illimitata erano generalmente esclusi da tali procedure a causa della loro capacità di influenzare la gestione aziendale e, di conseguenza, la responsabilità per i debiti aziendali.
Obiettivi dell’ampliamento
L’obiettivo di questi cambiamenti è duplice:
Prevenzione dei danni estesi: Evitare che le difficoltà finanziarie di una persona danneggino finanziariamente e psicologicamente gli altri membri della famiglia o i soci di una società. Trattando la crisi debitoria in un contesto più ampio, si mira a limitare le ripercussioni negative e a fornire una soluzione più sostenibile per tutti i coinvolti.
Efficienza processuale: Gestire collettivamente le crisi finanziarie può semplificare il processo di ristrutturazione, riducendo il numero di procedure separate e potenzialmente contrastanti che devono essere trattate dai tribunali. Questo approccio non solo velocizza il processo per i debitori e le loro famiglie, ma riduce anche il carico di lavoro sul sistema giudiziario.
Con questa estensione, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza si allinea a una visione più moderna e inclusiva della gestione delle crisi finanziarie, riconoscendo che le difficoltà economiche di un individuo spesso si estendono ben oltre la persona stessa, toccando la vita di coloro che gli sono più vicini.
Funzioni dell’Organismo di Composizione della Crisi
L’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), figura centrale in queste procedure, valuta la fattibilità del piano di ristrutturazione, sovrintende alla sua esecuzione e opera senza la necessità di un intervento diretto da parte di un avvocato. L’organismo di composizione della crisi, ha anche il compito di informare i creditori e di gestire la pubblicazione e la comunicazione delle varie fasi del piano.
L’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) gioca un ruolo cruciale nel nuovo contesto legislativo italiano riguardante la gestione del sovraindebitamento, come delineato nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. L’OCC è un ente che svolge funzioni multiple e fondamentali per garantire l’efficacia e l’efficienza delle procedure di ristrutturazione del debito. Le sue funzioni principali includono:
Valutazione della fattibilità del Piano di Ristrutturazione
Prima di tutto, l’OCC ha il compito di valutare se il piano di ristrutturazione proposto dal debitore è realistico e sostenibile nel tempo. Questo significa esaminare i dettagli del piano, inclusi gli accordi finanziari e le proiezioni, per assicurarsi che siano logicamente strutturati e possano effettivamente portare alla risoluzione della crisi debitoria del soggetto. La fattibilità è valutata non solo in termini economici ma anche considerando la situazione personale e finanziaria complessiva del debitore e degli eventuali altri soggetti coinvolti, come i membri della famiglia.
Supervisione dell’esecuzione del Piano
Una volta che il piano è stato approvato, l’OCC non si limita a un ruolo passivo; piuttosto, assume la responsabilità di sovrintendere all’attuazione del piano stesso. Questo include monitorare i progressi, assicurarsi che il debitore rispetti gli accordi prescritti e intervenire in caso di deviazioni o problemi che possano sorgere durante la fase di esecuzione. L’efficacia dell’OCC in questa fase è vitale per il successo del piano di ristrutturazione e per la prevenzione di ulteriori complicazioni finanziarie.
Operatività Senza avvocato
Un aspetto innovativo del ruolo dell’OCC è che la sua operatività è strutturata in modo da non richiedere necessariamente l’intervento diretto di un avvocato. Questo alleggerisce il carico economico sui debitori, spesso già gravati da situazioni finanziarie precarie, e semplifica il processo di ristrutturazione. Tuttavia, il debitore può sempre scegliere di consultare un legale per una maggiore assistenza legale o per il supporto nella preparazione della documentazione necessaria.
Comunicazione con i creditori
L’OCC agisce anche come punto di contatto principale tra il debitore e i suoi creditori. Ha il compito di informare i creditori riguardo alla proposta del piano di ristrutturazione, di gestire le comunicazioni e di assicurare che tutte le parti interessate siano aggiornate su ogni sviluppo rilevante. Questo ruolo di mediatore facilita un dialogo costruttivo e mira a trovare soluzioni accettabili per tutte le parti coinvolte. Le osservazioni dei creditori non possono alterare l’approvazione del piano; la decisione finale spetta al giudice, che valuta la legittimità e la fattibilità del piano proposto. L’omologazione del piano non richiede l’approvazione dei creditori, riflettendo un cambiamento normativo volto a proteggere il debitore in una situazione di crisi economica acuta.
Gestione della pubblicazione e della comunicazione
Infine, l’OCC è responsabile della pubblicazione e della gestione delle comunicazioni riguardanti le varie fasi del piano di ristrutturazione. Questo include assicurarsi che tutti i documenti e le informazioni siano accessibili ai creditori, ai tribunali e ad altri enti coinvolti, facilitando così trasparenza e chiarezza nel processo. La gestione efficace di queste informazioni è essenziale per mantenere la fiducia tra tutte le parti e per garantire il corretto svolgimento delle procedure.
In sintesi, l’Organismo di Composizione della Crisi è una figura indispensabile nel contesto del sovraindebitamento in Italia, fornendo una struttura organizzativa e di supporto che aiuta i debitori a navigare il processo di ristrutturazione del debito in modo più accessibile e meno oneroso.
Disposizioni Penali
Il Codice stabilisce anche sanzioni penali per i debitori o i membri dell’OCC che manipolano il processo di ristrutturazione o presentano documentazione falsa. Queste disposizioni mirano a garantire l’integrità e la trasparenza delle procedure.
L’introduzione del Codice della Crisi d’Impresa è una risposta legislativa alle esigenze di un sistema economico che riconosce la necessità di gestire le crisi di sovraindebitamento in modo più efficace e umano. Estendendo la protezione non solo agli imprenditori ma anche ai consumatori e ai loro nuclei familiari, il Codice mira a stabilizzare l’economia fornendo strumenti per una risoluzione del debito equa e accessibile. Con queste misure, si spera di ridurre il peso del debito su individui e famiglie, facilitando una ripresa economica più rapida e sostenibile.
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