Le carte revolving appaiono molto vantaggiose, in quanto forniscono la possibilità di un prestito in aggiunta alle comuni opzioni di credito prepagato.
Tuttavia, questo tipo di credito rotativo, che non ha un numero fisso di pagamenti a differenza del credito rateale, presuppone anche interessi che possono spesso ricadere addirittura su piccole somme di denaro, allungando in maniera esponenziale i termini, le scadenze e l’ammontare del debito di chi ha sottoscritto la carta.
Sempre più clienti che hanno usufruito di questa tipologia di carte si ritrovano “imbrigliati” in pagamenti senza fine, con rate chilometriche che sembrano destinate a durare per sempre.
Uscire dal circolo vizioso che si crea con l’accensione di questo tipo di finanziamento, perché di questo si tratta, senza l’ausilio di un professionista è a dir poco improbabile, in quanto andranno riveduti accordi, contratto, tassi e termini al fine di bloccare un circolo vizioso senza fine certa.
Per questo è fondamentale agire subito, non appena si comincia a capire che una carta revolving non fa più al caso vostro e si decide di scindere il rapporto intercorso con i creditori.
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Carte di credito revolving: come uscirne? È davvero così difficile?
Il problema principale del come uscire dalle carte di credito revolving riguarda gli interessi che questa tipologia di carte addebita al titolare, spesso in maniera poco trasparente quando non addirittura illegale.
Purtroppo, è molto facile lasciarsi tentare da questa tipologia di carte, in quanto come vedremo la forma di pagamento è davvero flessibile e, in apparenza, conveniente; la strategia di marketing, infatti, si prefissa campagne finalizzate a trasmettere il messaggio del “soldi, subito, rata bassa” indirizzati a persone che non hanno grandi possibilità economiche e che, facilmente, abboccheranno all’amo.
Gli interessi però non sono sempre immediatamente notificati alla persona che ha aperto la carta revolving e, talvolta, si può incorrere perfino nella vera e propria frode laddove gli interessi siano calcolati e “sommati” a formare debiti spesso fuori dalla portata dell’intestatario stesso.
In più le carte revolving addebitano spesso spese aggiuntive che non vengono mai segnalate in fase di stipula della carta e che comportano, fra gli altri:
- imposte relative ai bolli ;
- spese per la gestione del conto corrente e dell’estratto conto ;
- spese di commissione quando si effettua un prelievo, ancor di più se attraverso altra banca ;
- spese per eventuali assicurazioni sul prestito fornito insieme alla carta ;
- spese per eventuali carte accessorie da destinare a famigliari e parenti ;
- spese di associazione annuale presso la società che emette la carta.
Tutte queste voci potrebbero non comparire mai, o comparire in forma di clausole, nei contratti di apertura della carta, salvo poi “gonfiare” gli interessi che l’intestatario sarà chiamato a pagare nel momento in cui vorrà uscire dal circuito delle carte revolving.
Come funziona una carta revolving?
In apparenza le carte revolving sono comuni carte di credito, con la peculiarità di ricorrere a credito prepagato rimborsabile allo scadere del mese successivo.
A differenza di una carta di credito ordinaria, però, una la revolving offre anche a chi se la intesta un autentico prestito di denaro personalizzato dalle caratteristiche molto particolari.
- il prestito è valido tanto per i pagamenti con carta che per il prelievo di contanti ;
- il prestito non prevede rate fisse o variabili ma la possibilità di scegliere che cifra rimborsare di mese in mese;
- le rate non possono essere inferiori a un valore minimo previsto dalla carta revolving, come ad esempio il 10%.
Se sulla carta tutti questi vantaggi fanno apparire le revolving decisamente vantaggiose e “appetibili”, i problemi si presentano nel momento in cui si cerca di capire come uscire dal circuito revolving.
In rete, ormai, è facile trovare testimonianze concrete relative alle rate “gonfiate” e alle spese invisibili ma, purtroppo, le persone che ricorrono a questo tipo di prestito sono ancora moltissime.
Quello che però non tutti forse sanno è che a prescindere dal modo in cui si decide di uscire da una carta revolving, spesso gli strumenti con cui queste carte continuano a inflazionare i debitori è pesantemente illegale e può essere oggetto di sanzioni.
Se avete aperto una linea di credito con carta revolving e non sapete come uscirne contattate subito il nostro studio; troveremo insieme la soluzione più indicata per valutare in primo luogo se il contratto di prestito sia valido e legale e successivamente come uscire dal circuito revolving.
Carta di credito revolving e tassi usurai
Come abbiamo anticipato parlando delle problematiche su come uscire da una carta revolving, uno degli aspetti più frustranti per chi contrae questo tipo di carte di credito è rappresentato dagli interessi “invisibili”.
Questi ultimi però spesso sono al limite della legge e possono sfociare perfino nell’usura bancaria; in tal caso sarà fondamentale agire tempestivamente per liberarvi da una situazione debitoria destinata soltanto a peggiorare con il tempo.
Secondo la Banca d’Italia, infatti, nel solo 2018:
- il tasso medio delle carte revolving si aggirava sul 16%;
- il tasso di usura delle stesse era fissato al 24%, al superamento del quale si cadeva in usura;
- il tasso di usura dei prestiti “normali” era fissato perlopiù intorno al 17%.
Il rapporto fra la soglia di usura di un prestito ordinario e il tasso medio indicativo degli interessi delle carte revolving è agghiacciante; queste carte presuppongono già a priori dei tassi che sfiorano l’usura “tradizionale” e proprio per questo può essere complicato capire come uscirne indenni, senza dover pagare sanzioni finanziarie e senza incorrere in conseguenze spiacevoli come l’iscrizione alla black list della CRIF.
Approfondisci qui la lettura di: Carta revolving e tassi usurai
Come estinguere una carta di credito revolving?
Vediamo quindi il procedimento da seguire se ci stiamo chiedendo come uscire da una carta di credito revolving che abbiamo stipulato e che non soddisfa più le nostre necessità.
L’estinzione di questo tipo di carte di credito è un’operazione che va obbligatoriamente seguita da uno studio legale professionista, vista anche la delicatezza del terreno fiscale e legale su cui operano queste tipologie di carte e l’importanza di capire se e dove siano presenti illeciti o vero e proprio anatocismo.
Nel contratto stipulato al momento dell’apertura della linea di credito a mezzo carta revolving viene fatta menzione anche su come uscirne ma, chiaramente, l’estinzione presuppone spese nascoste come in genere qualunque tipo di attività concernente questo tipo di carte.
Nello specifico, l’intestatario non è tenuto a fornire nessun preavviso prima di procedere con l’estinzione e non è tenuto a pagare alcuna cifra per la chiusura della carta di credito revolving.
Dovrà, tuttavia, corrispondere:
- tutti gli insoluti, comprensivi dei relativi interessi maturati contestualmente ;
- la restituzione del capitale rimanente previsto al momento dell’apertura della carta ;
- un indennizzo (opzionabile, ma prefigurato da molte carte) che non può comunque essere superiore allo 0,5% della somma complessiva se il prestito stipulato in accordanza con la carta revolving prevedeva una durata inferiore alle 12 mensilità.
Anche l’intestatario della carta ha però diritto ad alcuni privilegi, fra cui come abbiamo già visto:
- nessun tipo di chiusura a pagamento della carta revolving ;
- il rimborso di qualunque eventuale spesa sostenuta a priori per quote societarie non godute.
Ciò non implica che estinguere una carta di credito revolving sia facile, anche perché chi utilizza queste carte si ritrova ben presto tacciato di inadempienza.
Come uscirne, quindi? L’importante è non lasciarsi mai accecare dal panico e contattare rapidamente un professionista affinché sia possibile trovare una soluzione veloce, indolore e soprattutto definitiva al “tunnel burocratico” di queste tipologie di carte.
Approfondisci anche: Come non pagare una carta di credito revolving.
Carta revolving prescrizione, dopo quanto è prevista?
Quando un titolare di carta revolving si interroga su come uscirne, una delle prime ipotesi che prende in considerazione è se la carta preveda una prescrizione del debito allo scadere di un determinato periodo di tempo.
Nel caso delle carte di credito ordinarie, ad esempio, la prescrizione è solitamente fissata dopo un massimo di dieci anni dalla scadenza della carta stessa. Discorso diverso per gli interessi, che restano “validi” e quindi obbligatori da pagare solamente per cinque anni. Dopo tale data, il debitore non è più tenuto al pagamento del debito contratto e la carta cade in prescrizione.
Il vero problema nell’ambito delle carte revolving e come uscirne sta nel fatto che la prescrizione di un debito può essere azzerata nel momento in cui è il creditore a farsi vivo, intimando al debitore il pagamento del dovuto. A ogni sollecito, la data della prescrizione riparte da zero.
Di conseguenza il problema principale si presenta in quanto le aziende che offrono carte revolving conoscono bene i termini di prescrizioni e non hanno alcun interesse a far passare in sordina il proprio debito.
Per questo può capitare di imbattersi in disperati intestatari di carte di credito revolving che si trascinano dietro debiti senza fine addirittura per decenni e oltre.
In genere quando si pensa a come uscire da una carta revolving, attendere la prescrizione non è mai la strada migliore.
Data la natura sostanzialmente illegale di questo tipo di carte di credito e il tasso di interesse che sfiora i limiti dell’usura, infatti, il creditore ben difficilmente permetterà di raggiungere i tempi necessari affinché il debito non sia più ascrivibile.
Opposizione a decreto ingiuntivo carte revolving
Come fare quindi per uscire da una carta revolving che ha maturato interessi “folli” e che sta lentamente prosciugando le finanze del suo intestatario?
La soluzione migliore in questi casi potrebbe essere quella di spingere l’azienda che ha erogato la carta revolving a fare pressione sul debitore per ottenere il rimborso; quando questo sarà negato un numero sufficiente di volte e di fronte all’impossibilità materiale di ripagare il debito, il creditore che emette la carta farà quasi certamente ricorso al decreto ingiuntivo.
Questa procedura legale permette di recuperare, in breve tempo e senza troppe lungaggini burocratiche, l’importo oggetto di contesa. Nel caso di decreto ingiuntivo non è necessario citare prima in giudizio il debitore che può ricevere quindi notifica del decreto da un giorno all’altro, senza preavviso.
Quella che potrebbe sembrare però una soluzione negativa può essere il metodo più efficace per uscire da una carta di credito revolving in cui si è rimasti “imbrigliati” e che sta generando debiti fuori controllo. Infatti, una volta notificato il decreto ingiuntivo, il debitore ha la possibilità di opporsi allo stesso, presentando un reclamo per vizi formali o pagamenti che non rispecchiano la realtà.
È in questo caso che la lama a doppio taglio delle carte revolving diventa pericolosa anche per il creditore che ha erogato la carta. Se i tassi di interesse e le spese “nascoste” dovessero realmente sfociare nell’illegalità e nell’usura – se non addirittura nella frode – il giudice potrà estinguere il decreto ingiuntivo e di conseguenza il debitore non sarà tenuto a pagare il debito contratto illegalmente.
Come avviene l’opposizione a decreto ingiuntivo per carte revolving?
Solitamente l’opposizione a decreto ingiuntivo rappresenta il metodo più sicuro, veloce e pratico per uscire dalle carte di credito revolving senza dover pagare sanzioni illegali oltreché ingiuste.
Spesso basta un semplice esame della documentazione, effettuato da un professionista per portare alla luce vizi di forma e voci che non corrispondo alla realtà.
Tra i problemi più ricorrenti riscontrati si possono elencare:
- contratti illeggibili o con formule-capestro abilmente occultate;
- contratti che si riferiscono a finanziamenti non corrispondenti alla realtà;
- voci di eventuali addebiti mancanti, implicate o comunque illeggibili;
- regolamenti e clausole non corrispondenti a quanto sottoscritto al momento della stipula del contratto;
- spese occultate e inglobate nelle rate.
In tutti questi casi, la procedura per uscire da una carta revolving è davvero semplice. In fase di opposizione al decreto lo studio legale presenterà ampio stralcio e documentazione allegata di tutte le mancanze imputabili all’azienda o alla società che ha erogato la carta revolving.
Il tribunale, riconoscendo la validità dell’opposizione, presenterà istanza di revoca del decreto ingiuntivo, decretando la richiesta della carta revolving come invalida ai fini tributali.
Se inoltre l’ente erogatore dovesse essere riscontrato effettivamente colpevole di usura o di frode, spetterà al creditore rimborsare il debitore dei danni morali e patrimoniali subiti in sede di decreto ingiuntivo.
La soluzione ideale è quindi quella di non cedere mai al panico, neppure quando i toni del recupero crediti dovessero farsi troppo accesi, e attendere che sia l’azienda stessa a compiere il primo passo. Fornendo così al debitore l’occasione perfetta per uscire dalla carta revolving senza incorrere in conseguenze spiacevoli.
Carte revolving e sentenze
Parlando di come uscire dalle carte revolving, abbiamo visto che questa tipologia di carta di credito è quasi sempre operante nell’illegalità più o meno grave. Le sentenze in questo senso sono emblematiche e si concludono quasi costantemente a favore del creditore.
Ma quali sono le circostanze più frequenti in cui le carte di credito resolving vengono colte in flagranza di reato permettendo all’intestatario di uscirne senza danni e senza pagare?
Le seguenti sentenze sono tutte riferite a numerose casistiche collezionate nel corso degli ultimi anni nell’ambito delle carte di credito revolving e come uscirne.
In particolare, alcuni fornitori di questi tipi di servizi sono stati ritenuti rei di aver fornito ai debitori:
- accordi scritti incompleti, mendaci o riferiti a prodotti finanziari “terzi” non compresi nel contratto;
- emissione di contratto da parte di soggetti non autorizzati a svolgere attività in ambito finanziario;
- flagranza di reato di anatocismo con capitalizzazione fuori controllo degli interessi collegati alla carta;
- flagranza di reato di usura, con tassi di interesse che superano le soglie di sicurezza previste dalla normativa legale vigente.
Come citare una carta di credito revolving per inadempienza o illegalità?
Nel caso in cui si voglia uscire da una carta di credito revolving senza attendere che il creditore passi alle vie di fatto con decreto ingiuntivo, come bisogna comportarsi per dimostrare inconfutabilmente la colpevolezza di chi ha emesso la carta e l’illegalità dei pagamenti sanzionati?
Esistono due diverse possibilità che vi invitiamo a vagliare insieme al nostro studio dopo averci contattato per ricevere assistenza su come uscire da una carta di credito revolving.
- appello presso l’Arbitro Bancario Finanziario
- citazione in giudizio dell’ente o del soggetto fisico che ha emesso la carta di credito.
In entrambi i casi non dovrebbero insorgere difficoltà particolari nel dimostrare l’illegalità del debito e di conseguenza per non pagare cifre al limite dell’usura. Ma come scegliere la soluzione più favorevole per uscire da una carta di credito revolving?
A grandi linee entrambe le procedure presentano dei vantaggi ma il nostro consiglio è di ricorrere prima al tribunale giudiziale e solo in seconda battuta all’Arbitro Bancario.
Infatti, la causa d’appello presenta le seguenti caratteristiche:
- è vincolante dal punto di vista legale, quindi consente di intraprendere azione legale esecutiva contro l’emittente della carta di credito, ottenendo la sospensione del pagamento o l’azzeramento del decreto ingiuntivo ;
- può essere utile ai fini di una posizione legale inoppugnabile se si decide di ricorrere all’Arbritro Bancario.
Per contro, i suoi svantaggi sono quelli comuni a ogni tipo di causa legale; le tempistiche burocratiche, tutt’altro che brevi, e i costi mediamente più alti anche se comunque inferiori a quelli che si incontrerebbero assecondando le pretese ai margini dell’illegalità di una carta di credito revolving.
Per quanto riguarda i vantaggi di un ricorso all’Arbritro Bancario, questi comprendono:
- tempistiche burocratiche decisamente più snelle e maneggevoli ;
- costi praticamente nulli o quantomeno estremamente bassi.
Il vero problema è che questo organo non ha potere esecutivo e non può nemmeno avvalersi di testimoni o di ricorrere a perizie ed esami per conto terzi.
Inoltre, le sue decisioni, per quanto quasi invariabilmente favorevoli al debitore, non hanno alcun tipo di vincolo legale e non possono quindi fornire un sostegno concreto nell’ambito di come uscire dalle carte revolving.
Come si giustificano le carte revolving?
Se si è arrivati al punto di chiedersi come uscire dalle carte revolving ci si chiederà anche – e spesso più di una volta – come si giustificano queste carte? Se i loro strumenti e le loro tariffe sono veramente così illegali, com’è possibile che sia loro concesso di operare liberamente?
In generale le carte di credito revolving giustificano i loro costi con la relativa semplicità per aprire una carta.
Effettivamente bastano pochissimi passaggi per richiederne l’attivazione e non occorre nemmeno fornire garanzie particolari, contrariamente a quanto avviene invece nel caso dei prestiti tradizionali o di altre forme di erogazione monetaria.
La semplicità nella procedura si accompagna però a costi più alti che fungono da “ammortizzatori” per chi eroga il servizio : tuttavia, questa giustificazione contiene già l’elemento cardine per cui così tanti clienti di carte revolving si ritrovano alla disperata ricerca di metodi e suggerimenti su come uscirne.
L’azienda che eroga il finanziamento, infatti, sa benissimo che i costi andranno incontro a una lievitazione e che l’intestatario, per un buon 99% dei casi, non sarà in grado di affrontare un simile onere; in altre parole quella delle carte revolving, nella maggior parte dei casi, non è altro che una truffa ben organizzata, operante nei limiti della legalità e in cui è facilissimo cadere.
Tuttavia, come abbiamo visto, è possibile uscirne.
Quindi se si è commesso in buona fede l’errore di credere allo specchietto per le allodole promesso da una carta revolving, l’importante è rivolgersi subito ad un professionista affinché si possa concordare insieme la strategia migliore su come affrontare questa situazione spinosa.
Tutte le carte revolving sono una truffa?
Quanto detto fin qui non deve far pensare però che dietro a ogni singola carta revolving si nasconda invariabilmente una truffa o che non si possa usufruire di questa tipologia di carta di credito senza incorrere in situazioni spiacevoli.
Ora che abbiamo visto come uscire da una carta di credito revolving, come possiamo sapere a priori se il contratto che andremo a firmare è lecito e se la carta è conveniente?
Il primo step indispensabile è quello di ottenere quanti più preventivi possibili, in modo da valutare gli effettivi contratti e le caratteristiche di qualcuno; in questa fase è opportuno calcolare sia gli interessi che si andranno a maturare sia eventuali spese accessorie che potrebbero essere riportate in carattere più piccolo o con formule burocratiche.
E’ possibile richiedere una consulenza professionale anche in forma preventiva prima di accettare un impegno da cui potremmo successivamente voler uscire.
Le carte revolving possono essere uno strumento valido e versatile sono fintantoché gli accordi alla base del contratto sono trasparenti e improntati al rispetto di ambo le parti.
Soprattutto non fatevi abbindolare dalla pubblicità affascinante e mirata a cui ricorre generalmente chi eroga la carta, anche laddove si trattasse di servizi finanziari “blasonati”; non sarebbe la prima volta che carte revolving anche “prestigiose” si ritrovano trascinate nel fango della burocrazia e dell’illegalità.
Pretendete documentazione esaustiva e spiegazioni chiare ed essenziali; in particolare, informatevi anche in merito alle procedure per uscire dalla carta di credito revolving nel momento in cui decideste di non voler più usufruire di questo tipo di servizio.
E non lasciatevi irretire dalla promessa di poter convertire il prestito della revolving in un prestito a tassi agevolati: è una scusa che molte società che erogano le carte revolving utilizzano come “contentino” ma che si risolverà alla lunga solamente in un aumento vertiginoso di interessi, rate e scadenze da rispettare.
ROBERTA CAVALLINA
Buongiorno, ho ricevuto in questi giorni per WhatsApp un documento del 30.09.2010 in cui una finanziaria mi chiede 600 e passa euro, di cui 135 di quota capitale il resto interessi, relativamente ad una carta di credito della Citibank modello Visa Classic che ho richiesto nel 2003. Sinceramente non ricordo se effettivamente questi soldi glieli devo anche perché non ho più nessun documento che attesti i pagamenti di questa carta. Ma dal 2010 non credo che si sia fatto vivo nessuno per richiedermi il pagamento di questa somma ma soprattutto tutti quegli interessi. Come devo comportarmi? Mi potrebbe dare un aiuto? La ringrazio e porgo cordiali saluti